Perugia, 20 marzo 2023 – Probabilmente era già nato con un dente, situato nell'arcata inferiore della bocca, il neonato di 24 giorni giunto all'osservazione dell'equipe del dottor Leonardo Palazzo, presso il polo odontoiatrico della Casa della Salute di Marsciano dell'Usl Umbria 1, che, dopo i controlli del caso, ha deciso di rimuoverlo a causa della sua notevole mobilità. Al momento dell’estrazione, avvenuta nei giorni scorsi, il neonato era in un buono stato di salute generale e regolarmente allattato al seno; aveva ricevuto alla nascita la dose parenterale di vitamina k prevista per evitare rischi di emorragia perinatale.
“La presenza di denti nel neonato – spiega il dottor Leonardo Palazzo, referente del polo odontoiatrico della Casa della Salute di Marsciano – rappresenta un raro disturbo nella cronologia dell’eruzione dentaria. La terapia dei denti cosiddetti ‘natali’ o ‘neonatali’ prevede l’estrazione solo in presenza di complicanze come ulcerazioni della lingua, severa mobilità con rischio di inalazione accidentale o difficoltà nell’allattamento al seno. I denti precoci sono di due tipi: i denti natali, presenti già al momento della nascita; i denti neonatali, che spuntano nei primi 30 giorni di vita. Si tratta di casi molto rari, nell’ordine di un neonato ogni mille nati”.
L’eziologia dell’eruzione precoce non è ancora chiara, sono stati chiamati in causa diversi fattori tra cui la trasmissione di tipo autosomica dominante, disturbi endocrini e la posizione della gemma dentaria molto superficiale. Secondo alcuni studi (Mhaske e coll., 2013) l’incidenza dei denti natali e neonatali varia da 1:2000 a 1:3500 nuovi nati con una prevalenza dei denti natali rispetto ai neonatali di 3 a 1. Alcuni studi in letteratura riportano, inoltre, una maggiore prevalenza nelle femmine rispetto ai maschi (Mhaske e coll., 2013; Khandelwal e coll., 2013; Freudenberger e coll., 2008; Chun-Hsiang e coll., 2017), ma anche tali dati sono controversi (Khandelwal e coll., 2013). In riferimento alla sede di eruzione è dimostrato che la più comune è la regione mandibolare inferiore anteriore: circa l’85% sono infatti incisivi inferiori, l’11% incisivi superiori, il 3% canini e molari inferiori e l’1% sono canini e molari superiori (Mhaske e coll., 2013).
Ultimo aggiornamento: 20/03/2023